Progetto educativo delle Scuole Santa Marta

secondo la Pedagogia dell'accoglienza

Fondamenti comuni e linee orientative di sviluppo


I.  Il carisma al servizio dell’educazione


   1.  Il servizio educativo delle Suore di S. Marta trova nella scuola uno dei campi più importanti di apostolato per la promozione umana e cristiana della persona e della società. In linea con la specificità del nostro carisma, tale servizio si esprime essenzialmente nella “pedagogia dell’accoglienza”. Ispirandosi al modello evangelico della casa di Betania, il Padre Fondatore, Tommaso Reggio ci ha detto: ”Siate tutte buone Marte, siccome quella che Gesù prediligeva”

   2.  L’accoglienza è il clima che caratterizza l’ambiente e anima il progetto delle nostre scuole, come luoghi di formazione umana e cristiana dove si opera nel comune intento di far vivere ad ogni persona l’esperienza di essere accolta per imparare ad accogliere.

   3.  Le scuole delle Suore di S. Marta sono “Betanie” aperte a tutti, luoghi di accoglienza secondo una precisa proposta educativa tendente a favorire la crescita di ogni soggetto di educazione in pienezza di umanità, attraverso la cultura. Per questo, una particolare attenzione educativa è riservata nelle nostre scuole ai soggetti comunque in difficoltà, anche per problemi eccedenti le naturali competenze e capacità della scuola: ad essi, la cui crescita personale, sociale, culturale e spirituale può apparire ostacolata o compromessa, vanno dedicate senza riserve le energie disponibili.

   4.  Il nostro “accogliere per educare”, radicato nel mandato evangelico dell’amore e alimentato dalla fede al carisma, vuole tradursi in un impegno dinamico mirato a realizzare una scuola che sviluppi tutte le dimensioni costitutive della persona, ne favorisca l’inserimento consapevole nel contesto sociale e ne maturi le capacità di comprensione e di libera adesione ai valori cristiani come risposte di significato ai perché della vita.



II.  La scuola come luogo di quotidiana accoglienza

 

   1. Il tratto della “quotidianità” connota la pedagogia dell’accoglienza quale noi la intendiamo. Accogliere, infatti, è il tratto permanente del nostro agire educativo, l’opzione di fondo della nostra progettualità pedagogica e didattica. Questa scelta deve trovare concreta espressione in una scuola che sia per tutti “casa ospitale” in cui ciascuno, senza discriminazioni, possa sentirsi accettato così com’è e invitato a partecipare ad una relazione educativa fatta di amore competente, capace di motivarlo, di coinvolgerlo e di proporgli ciò che meglio risponde ai suoi bisogni di formazione

A questo fine concorrono gli atteggiamenti e i gesti educativi che intendiamo privilegiare ogni giorno:

  • andare incontro, facendo sempre il primo passo, a tutti gli alunni, soprattutto a quelli con maggiori difficoltà o con particolari esigenze formative;

  • prestare attenzione all’emergere di disagi, vecchi e nuovi, per cercare di intuirne le problematiche latenti;

  • mantenere vivo il dialogo con gli alunni e tra gli alunni, promuovendo autostima e rispetto reciproco;

  • offrire sostegno preferenziale e amorevole soprattutto nei casi di deprivazione culturale, morale e materiale;

  • cogliere ogni valida occasione per costruire un dialogo aperto e di fiducia nella verità;

  • sforzarsi di conoscere la cultura e il linguaggio di coloro a cui la nostra azione educativa si rivolge, per avanzare proposte adeguate di valori e di progetti di formazione umana e cristiana, nel contesto di una vera ed efficace comunicazione interpersonale.

   2.  L’impegno che assumiamo, pertanto, è quello di fare della scuola un luogo di ospitalità educativo-culturale che valorizzi le diversità per costruire l’armonia.

   3.  Nella comunità scolastica l’educazione è compito partecipato e condiviso di cui tutti sono corresponsabili. Occorrono per questo la continua formazione dei docenti in servizio e l’offerta di opportunità formative ricorrenti per i genitori, al fine di costruire un crescente rapporto di fiducia e di collaborazione fra scuola e famiglia nella consuetudine di un incontro che faciliti la comprensione delle esigenze e delle ragioni educative dell’una e dell’altra.

   4.  La comunità scolastica vuol essere solidale nel perseguimento di alcuni fondamentali obiettivi:

  • il rispetto della persona nella sua integralità;

  • il rispetto delle cose come beni di fruizione comune;

  • la ricerca della comunicazione interpersonale come gesto di accoglienza e di reciproca fiducia;

  • l’utilizzazione del gruppo come contesto in cui sviluppare la socialità e la corresponsabilità;

  • la valorizzazione del silenzio e dell’ascolto come atteggiamento di disponibilità verso l’altro;

  • l’esercizio della pazienza come rispetto della maturazione personale dell’altro;

  • la scelta dell’umiltà come consapevolezza dei propri limiti e come aiuto ad adempiere i propri doveri;

  • la promozione della libertà come realizzazione di sé nella risposta alla propria autentica vocazione umana;

  • l’accettazione e la stima delle diversità come potenziali di arricchimento, di confronto, di apprendimento e di crescita.

   5. Una valida organizzazione del lavoro, un ambiente ospitale e sereno, una strutturazione funzionale degli spazi che agevoli gli incontri e gli scambi, diventano condizioni facilitanti la vita di relazione nella scuola e, come tali, sono da noi accuratamente ricercate e migliorate di continuo.

   6.  La struttura della scuola (ascensore, servizi igienici, accessi adeguati) consentono la frequenza anche agli alunni portatori di handicap per i quali si attivano strategie didattiche e metodologiche adeguate per ogni alunno.



III. L’insegnamento come “relazione d’aiuto centrata sulla persona”


   1.  Dalla pedagogia dell’accoglienza quale noi la intendiamo, scaturisce una concezione dell’insegnamento, e quindi della pratica didattica, basata sulla “relazione d’aiuto” dovuta al singolo alunno e, perciò, “centrata sulla persona”. Tale relazione si realizza mediante:

  • l’atteggiamento costante di accettazione e di ascolto inteso ad individuare    i bisogni formativi, a renderli espliciti e, nei limiti del possibile, a soddisfarli;

  • l’impegno nell’individuare, comprendere e valorizzare gli stili cognitivi personali attraverso l’adozione di strategie didattiche diversificate, così da rendere significativo il binomio insegnamento-apprendimento e il processo che ne segue;

  • la cura nel guidare l’alunno a diventare consapevole della dinamica dei suoi processi cognitivi, in modo da usare positivamente anche gli insuccessi scolastici.

Tutto questo comporta:

  • il rispetto e l’attenzione per quello che l’alunno è, per la sua storia di vita, per le sue potenzialità e per i suoi problemi;

  • l’utilizzo costruttivo di ogni positività riscontrabile nel percorso formativo di cui l’alunno è protagonista;

  • l’offerta di una autorevolezza educativa come referente affidabile e sicuro nel momento del bisogno;

  • il coinvolgimento di tutti gli adulti responsabili nella riuscita del percorso formativo.

La pedagogia dell’accoglienza diventa in tal modo “pedagogia dell’incoraggiamento”, centrata sulla persona nelle sue esigenze affettive e cognitive, mirata ad una crescita fiduciosa e serena.

 


IV.  L’obiettivo della promozione umana e cristiana


   1.  Le scuole di S. Marta, come scuole cattoliche, si pongono il fine primario di aiutare ciascun alunno, in quanto figlio di Dio e persona unica e irripetibile, a diventare artefice della sua crescita umana e cristiana, operando così per la liberazione dell’uomo in Cristo

   2.  Il perseguimento di un tale fine esige comportamenti educativi peculiari e coerenti:

  • riconoscere con obiettività le potenzialità di ciascun soggetto, cercando di trasformare anche i suoi limiti in risorse utilizzabili;

  •  potenziare in ciascuno la fiducia nelle sue proprie capacità, rendendolo consapevole del cammino che sta facendo;

  • valorizzare ogni conquista, sia pure minima, in modo adatto e propositivo;

  • far prendere coscienza degli insuccessi e delle negatività aiutandolo però ad avere di essi una percezione di non definitività e di modificabilità, sempre;

  • cogliere nella quotidianità gli spunti adatti per proporre in concreto l’attualità del messaggio cristiano nel rispetto della libertà personale;

  • creare opportunità che consentano, nel quotidiano, di fare esperienze forti di Dio;

  • aiutare a prendere coscienza di idee ed esperienze rispetto alle mete da raggiungere, per imparare a controllare e gestire situazioni, scelte, iniziative;

  • promuovere la consapevolezza di sé e della realtà, coltivando l’attenzione per quanto misteriosamente la trascende;

  • proporre all’alunno mete entusiasmanti che lo motivino e lo orientino verso l’acquisizione dei valori che la scuola propone;

  • promuovere attività formative facendo leva sulle motivazioni interne della persona;

  • favorire iniziative che alimentino la solidarietà, che realizzino la cooperazione e aprano all’esperienza del volontariato.

   3.  A sostegno di un’azione formativa così condotta, occorre costruire il miglior rapporto possibile con le famiglie, anche attraverso:

  • iniziative di formazione permanente riservate ai genitori, in forma assembleare e seminariale per piccoli gruppi;

  • interventi di aiuto e di incoraggiamento per la condivisione di problemi e difficoltà nell’educazione dei figli, utilizzando atteggiamenti di empatia e non di giudizio;

  • ricerca di modalità educative comuni per affrontare e cercare di risolvere i problemi. Per affrontare in modo corretto situazioni di particolare difficoltà può rendersi necessaria la collaborazione di esperti e specialisti anche esterni alla scuola, nell’ambito di percorsi educativi e rieducativi personalizzati, sempre d’intesa con la famiglia.


V.  L’orientamento educativo


   1.  Riteniamo che l’orientamento educativo sia compito precipuo della scuola a tutti i livelli, per:

  • aiutare l’alunno, in quanto persona in formazione, a prendere progressivamente posizione di fronte a se stesso, a decidere di sé, del suo stile di vita, delle sue scelte valoriali, del suo esistere in dimensione individuale, sociale, civica, etica, religiosa;

  • facilitare all’alunno la conoscenza di sé. delle sue possibilità, limiti, tendenze, valori;

  • favorire in lui la percezione della propria vocazione umana, nel rapporto con sé, con gli altri, con i valori, con Dio:

   2.  Orientare, per la nostra pedagogia dell’accoglienza significa accompagnare ciascun alunno, secondo le specifiche finalità della scuola cattolica, a scoprire le proprie risorse e a valorizzarle in un progetto di vita animato dal messaggio evangelico. In questo senso, ogni persona va sostenuta e guidata nella ricerca del significato della sua vita e della sua collocazione nel mondo, attraverso un cammino di maturazione che si confronti con testimonianze concrete di impegno sociale, civile e religioso.

   3.  Il progetto educativo delle nostre scuole fa leva, da un punto di vista psicopedagogico scientificamente fondato, sulla “iniziazione alla vita piena”, mediante un processo formativo che consenta alla persona di “crescere nell’apertura all’esperienza”, di raggiungere “un buon funzionamento esistenziale” e di acquistare “fiducia nel proprio organismo” per saper prendere decisioni con libertà e responsabilità: Tutto ciò arricchito e potenziato dalla concezione cristiana dell’uomo e del suo destino.

   4.  Siamo consapevoli che tale orientamento educativo va proposto e realizzato soprattutto con la testimonianza di educatori coraggiosi:

  • capaci di farsi essi stessi ogni giorno testimoni e modelli, per indicare un possibile cammino umano di positività e di speranza;

  • capaci di essere strumenti attivi di trasmissione culturale, alimentando nei giovani, con il desiderio di conoscenza e di competenza, quel senso di sano protagonismo che dovrebbe consentire loro di modificare e migliorare il tessuto sociale;

  • capaci di educare   al gusto del pensare, di riflettere, di approfondire, di “andare in fondo alle cose” e di sperimentarsi nella disponibilità competente, nell’altruismo e nella gratuità;

  • capaci di testimoniare una scelta di vita in contrasto con le logiche materialistiche dominanti del potere, del successo, del denaro, che disumanizzano e rendono inutile il progresso;

  • capaci infine di aiutare i giovani di oggi a ritrovare la bellezza della fatica di crescere per conquistare speranza, scommettendo sulle energie interiori della persona per un futuro migliore.

   5.  Sappiamo bene di dover puntare sul massimo di coerenza tra i fondamenti progettuali qui delineati e il nostro agire educativo nella pratica scolastica, ma è proprio su questo obiettivo che intendiamo focalizzare la verifica sistematica dello stesso progetto.


I principi della “Pedagogia dell’accoglienza” applicati nel nostro Istituto ormai da parecchi anni trova piena conferma nei principi e criteri educativi della Legge 53 del 28 marzo 2003 laddove all’art. 2 così afferma:

a) è promosso l’apprendimento in tutto l’arco della vita e sono assicurate a tutti pari opportunità di raggiungere elevati livelli culturali e di sviluppare le capacità e le competenze, attraverso conoscenze e abilità, generali e specifiche, coerenti con le attitudini e le scelte personali, adeguate all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro, anche con riguardo alle dimensioni locali, nazionale ed europea;

b)  sono promossi il conseguimento di una formazione spirituale e morale, anche ispirata ai principi della Costituzione e lo sviluppo della coscienza storica e di appartenenza alla comunità locale, alla comunità nazionale e alla civiltà europea.